Per la collana "Spirto Gentil" il nuovo CD con 24 canzoni di Claudio Chieffo.
Commenti di mons. Luigi Giussani. Scheda storica di di Massimo Bernardini.
Il canto, l'espressione più autentica dell'uomo
Nessuna espressione dei sentimenti umani è più grande della musica. Chi non è toccato da un concerto di archi, come si può essere insensibili dinanzi ai colori di una sonata per pianoforte? Sembra il massimo. Eppure, quando sento la voce umana...
Il canto è l'espressione più autentica dell'uomo, se l'uomo è uomo, ed è tale se appartiene. Il figlio, se la madre è nei pressi, canticchia. Così appena c'è il movimento, anche piccolo, anche un frammento, canta. Finché a un certo punto è uscito il "fiore di Forlì": la sua musica ci ha investiti tutti e dura tutt'ora.
Dall'introduzione di Luigi Giussani - estratto dal libretto incluso nel CD
Le canzoni
I cieli - Il seme - Ballata dell'uomo vecchio - Marta, Marta - Ballata del tempo perduto - La nuova Auschwitz - La guerra - Ballata del potere - Canzone di Maria Chiara - Non avere paura - Quando uno ha il cuore buono - Io non sono degno - Il giovane ricco - Monologo di Giuda - Lasciati fare - Stella del mattino - L'amico - La strada - Martino e l'imperatore - Ballata della società - Ballata dell'amore vero - In questa notte splendida - Il popolo canta la sua liberazione - Reina de la Paz
Parole e musica di Claudio Chieffo
Supervisione artistica e idee musicali di Fabrizio Scheda
Per ogni brano si è cercato di conservare e riprodurre arpeggi, particolarità ritmiche e accompagnatorie, indicazioni di tempo originali di Claudio Chieffo
High End Audio Re-mastering: Stefano Cappelli presso Creative Mastering - Forlì 2007
Fonte: Itacalibri.it
Valentina Nè: So di amarti (singolo).
Produzione artistica: Matteo Gaggioli.
Produzione esecutiva: Valentina Nesti e Matteo Gaggioli.
Registrato e mixato presso il Logic Studio di Pistoia.
Da oggi (29 agosto 2007) è attivo anche il sito.
Moltissimi sono gli spunti e le atmosfere che attraversano i brani che compongono la scaletta di questo album: dalle sonorità classiche dell'orchestra mozartiana a quelle più moderne del Novecento europeo o quelle delle avanguardie americane degli ultimi decenni. Sono punti di partenza per le improvvisazioni di Bollani che con grande estro e rigorosità rende concretizzabile questa idea ambiziosa, altrimenti irrealizzabile. Guerrini è l'elemento cardine del progetto. Solo lui, grazie alla sua formazione musicale e alle sue collaborazioni poteva portare alla luce una simile opera. Mirko infatti, oltre che essere sassofonista, compositore, arrangiatore e direttore, è anche il punto di raccordo di diversi percorsi artistici che si sono incontrati per la realizzazione di questo cd. Il primo percorso è la lunga collaborazione tra Guerrini e Bollani. Mirko è anche sassofonista del quintetto di Stefano ("I Visionari") e molto spesso suonano anche in duo. Un affiatamento profondo, un modo di pensare la musica condiviso da lungo tempo sono alcuni degli ingredienti fondamentali di questo lavoro. Parallelamente anche il contrabbassista Daniele Mencarelli suona con Guerrini da molti anni; i due si sono conosciuti nel 2002 grazie al cantautore Ivano Fossati che li ha assoldati nel suo entourage e con il quale tuttora collaborano; non solo, ma Mencarelli è membro stabile del quintetto di Guerrini che ha dato origine al progetto "Cirko Guerrini" (Giottomusic LM 112, 2006 ) ed è un musicista di riferimento per molte produzioni della Giottomusic. La presenza dell'orchestra d'archi "I Solisti di Perugia" come partner è stata possibile grazie alla coproduzione tra Umbria Jazz Records e Giottomusic, le quali, dopo il successo di "A Tribute to Charlie Parker" del sassofonista Francesco Cafiso, hanno ritenuto opportuno ripetere l'ambiziosa esperienza di produrre un cd per archi e solisti.
Fonte: Giotto Music - Edizioni discografiche
NEVICA SU QUATTROPUNTOZERO - IL NUOVO ALBUM DI GIANLUCA LO PRESTI
E’ uscito il 21 giugno il nuovo album di Gianluca Lo Presti musicista e cantautore elettronico che dopo una lunga pausa artistica ha deciso di pubblicare un cd dal titolo emblematico: "Nevica su quattropuntozero", un disco in parte autobiografico che racconta di sua figlia e dei suoi prossimi 40anni.
I testi, di natura intimista, sono semplici e diretti, supportati da un elegante e minimale uso di elettronica che ne sottolinea le particolari atmosfere.
Un punto di svolta quindi per Gianluca che si ritrova a miscelare in questo album tutte le sue esperienze musicali passate dalla vittoria di Recanati nel '98 alla collaborazione con Blaine Reininger dei Tuxedomoon nel 2001, nell'arduo ma affascinante tentativo di unire la canzone d'autore italiana a sonorità attuali più di tendenza.
Il disco è uscito per l'etichetta faentina Audiofile ed è distribuito da Audiocoop.
Music Train Quintet, rivisitazione de "L'uccello di fuoco" di Igor Stravinskij.
Formazione:
Massimo Moriconi: basso
Danilo Rossi: viola
Stefano Nanni: pianoforte
Luciano Zadro: chitarre
Gianluca Nanni: batteria
con la partecipazione del tenore portoghese Giovanni D'amore, nei brani "O claro ceu de Coimbra" e "So a ti" remake di "Sognando Bertinoro", a complemeto dell'uscita di questo CD.
Il percorso jazz intrapreso da Danilo Rossi (che ha trovato un'anima gemella musicale nel pianista Stefano Nanni e ha costruito attorno a lui e a se stesso un quintetto di "all stars" con Luciano Zadro alle chitarre elettriche e semiacustiche, Massimo Moriconi al basso elettrico e Gianluca Nanni) ha il fascino del rischio e dell'azzardo, delle esplorazioni condotte in terre vergini. Ma evidentemente questo azzardo non bastava al capitano coraggioso Rossi che, per rendere il gioco più difficile, ha riempito l'affascinante CD d'esordio del Music Train Quintet (su etichetta Lol) di "rifacimenti jazz" di grandi composizioni classiche. Una scelta di repertorio pericolosissima, perché il kitsch, qui, è in agguato forse più che in qualsiasi altra operazione musicale. E a Castelsangiovanni, tanto per giocare col fuoco, il Music Train Quintet ha messo in programma solo musica classica "riscritta". Ma impressiona la sicurezza con cui questa spavalda scommessa è stata vinta da Rossi e dagli altri nostri cinque eroi. Fin dalla miracolosa reinvenzione del Preludio op.28 n.6 di Chopin (unica partitura ottocentesca della serata, posto in apertura a mò di ouverture per un programma tutto dedicato al Novecento), ogni brano suonava non come un discutibile arrangiamento di qualche venerabile composizione con sezione ritmica aggiunta, ma come una vera e propria reinvenzione. Merito della felice, sorvegliata sobrietà dei cinque, che sanno dosare suoni e silenzi con la naturalezza del respiro. E ha ragione Rossi quando, a proposito di questo jazz così fine e riflessivo (ancorché irresistibile) dichiara: «Il nostro spirito è quello della musica da camera». E' stato così nei due omaggi a Ravel, il terzo movimento del Quartetto per archi e la Pavane pour une enfante defunte in cui la leggendaria viola Maggini del 1610 da cui Rossi non si separa mai ha fatto risuonare la sua voce ella e dolce fino allo svenimento sul sofisticatissimo tappeto di suoni imbastito dal gruppo. E' stato così nell'incredibile rivisitazione del Furioso della Sonata per viola sola di Hindemith tramutata in un tour de force di funk psichedelico (in cui Rossi imbracciava una viola elettrica Yamaha che convocava davvero sul palco lo spettro di John Cale). Ed è stato così soprattutto nel piatto forte della serata: la fantasmagorica rilettura della suite de L'uccello di fuoco di Stravinskij, trasformata in una sinfonia di "musica totale" al di là di ogni barriera linguistica.
Fonte: Libertà (Piacenza)
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